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Channel: Gnomi di caverna
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L’origine del cappello della strega

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tradizioni: cappello da stregaIl tipico cappello a punta non era un capo di abbigliamento che le streghe mettessero volentieri. Era il simbolo della loro condanna e lo dovevano indossare dopo essere state processate e ritenute colpevoli di stregoneria, sempre se la sentenza non era una condanna a morte. Prima del processo le streghe si vestivano come volevano loro, senza cappelli particolari.

Il cappello a punta serviva a identificarle e isolarle in modo che i “bravi cristiani” potessero evitare di essere contagiati dalle idee o dai comportamenti eretici della strega. Sul cono era scritta e disegnata la sentenza, era uno strumento di tortura sociale. L’uso è rimasto in vigore fino a pochi decenni fa nel cappello da asino, fatto indossare agli scolari che non studiavano abbastanza, messi alla berlina in un angolo della classe o dietro la lavagna.

Torniamo alle streghe: Francisco Goya utilizza il cappello a punta per identificarle nel suo dipinto intitolato “il tribunale dell’inquisizione” (olio su tavola, dipinto tra il 1812 e il 1814 per denunciare l’operato del clero spagnolo asservito al re Ferdinando VII).

Goya il tribunale dell'inquisizione

Le streghe che indossavano il cappello erano state anche costrette a pagare una ingente somma di denaro per coprire le spese processuali e fare ammenda dei propri errori. Avevano dovuto vendere la casa in cui abitavano e i campi da cui traevano sostentamento, avevano anche dovuto chiedere prestiti ad amici e parenti che ben difficilmente avrebbero potuto ripagare. Ecco spiegato l’abbigliamento stracciato e dimesso che altrimenti non avrebbe senso addosso a una persona capace di comandare gli elementi e operare sortilegi.

Quel che vi ho raccontato l’ho ascoltato in un convegno organizzato dalle Aree protette dell’Ossola e si evince dai documenti processuali, dai diari delle castellanie con registrati i movimenti di denaro e da dichiarazioni come quella del Bascapé, vescovo di Novara e biografo di Carlo Borromeo, che notando quanti soldi gli inquisitori fossero riusciti a spremere dai valligiani, disse che i domenicani avevano fatto dell’Ossola le loro Indie.

Ecco, oggigiorno possiamo permetterci di vestirci da strega, magari in versione sexy, senza problemi e pensando solo a divertirci. Sono contenta che quasi nessuno più sappia quanto fosse doloroso indossare un cappello da strega perché significa che il ricordo di quegli orrori è ormai talmente lontano da essere stato trasformato e addolcito. Oggi le streghe sono al sicuro e spero che voi sappiate riconoscere altri casi di esclusione, sopraffazione e distorsione della realtà quando vi capiterà di incontrarli in altra veste. Fino ad allora, buon Halloween a tutti!


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